Sebastiano Bombelli, Ritratto del Procuratore Francesco Querini (1669 circa) olio su tela, Fondazione Querini Stampalia, Venezia

L'avvocato come mediatore della cultura giuridica

L’avvocato del Negozio Giuridico è una persona curiosa, che cerca di capire dove va il mondo e la società in cui vive, che cerca di vedere le cose non solo secondo la propria prospettiva personale ma con una visione più ampia, come membro della comunità locale e globale. 

Ma soprattutto l'avvocato del Negozio Giuridico è qualcuno che non crede che i rapporti umani debbano essere sempre e comunque configurati come un duello all'ultimo sangue e cioè come quelli che, nella teoria matematica dei giochi, sono definiti “giochi a somma zero”[1]: “questa espressione si riferisce ad alcune situazioni di gioco, di cui l’esempio più chiaro è la scommessa fra due persone. Quel che la prima perde – poniamo 10.000 lire - la seconda vince. Sommando vincita (più 10.000) e perdita (meno 10.000) abbiamo zero. Vincita e perdita sono indissolubilmente riferite l’una all’altra, l’una è impossibile senza l’altra. Essere “giocatori a somma zero” significa essere anima e corpo alla tesi manichea, secondo la quale in ogni situazione della vita vi sono due possibilità: vincere o perdere. Si tratta di situazioni (e di persone) che si possono trovare ovunque: in un matrimonio, nella vita pubblica, perfino in una grande azienda e, per quanto a prima vista possa apparire improbabile, anche nell’ambito della politica estera. (…)"

D’altra parte, esistono persone che quelle stesse situazioni le affrontano in modo diverso, che  “fanno dei giochi “a somma diversa da zero”.  Nei rapporti con il proprio partner o con il proprio antagonista la sconfitta dell’uno non significa necessariamente la vittoria dell’altro: entrambi possono risultare perdenti o vincitori. Una guerra nucleare è l’esempio per eccellenza di un gioco “a somma diversa da zero” in cui tutti sarebbero perdenti. Ma è possibile anche il contrario, e cioè che da un atteggiamento conciliante e dalla disponibilità a fare concessioni (cosa che per il giocatore “a somma zero” rappresenterebbe ovviamente una “sconfitta”) tutti possono trarre dei vantaggi”.

Concetti che, per uscire dalla matematica, si vanno affermando nel mondo del diritto anglosassone. Si rinvia alla lettura dell’articolo “Avvocato non solo “guerriero”: altri approcci possibili per un avvocato “multidimensionale” di Giuseppe Briganti [2] in cui l'autore definisce gli avvocati “a somma zero” come avvocati “guerrieri” ovvero coloro che “sono generalmente considerati, e generalmente considerano loro stessi, unidimensionalmente, come combattenti (fighters): paladini che si battono vigorosamente e con zelo per vendicare i diritti violati dei propri clienti (…)  In questa modalità le parti, anziché lavorare insieme per risolvere i loro problemi, si concentrano piuttosto nel tentativo di ottenere una decisione favorevole dal giudice, con la creazione di un “vincitore” e di uno “sconfitto”.

Per essere efficace il guerriero è costretto dunque, spesso, a trascurare gli interessi profondi, le emozioni e le relazioni dei soggetti coinvolti, per guardare in direzione delle norme giuridiche. Secondo T.D. Barton e J.M. Cooper della California Western School of Law, esistono però almeno altre due dimensioni possibili per il professionista della legge: quella del problem solver e quella del designer. Anziché ricorrere a procedure avversariali, sottolineano Barton e Cooper, tali questioni possono spesso essere meglio risolte utilizzando procedure di tipo più orizzontale che verticale, nell’ambito di una cultura della supportive accountability (responsabilità solidale), piuttosto che della attribuzione di “colpa”.

Gli avvocati "multidimensionali" acquisiscono queste capacità rafforzando:

  • l’onesta comunicazione con i clienti;
  • la comprensione profonda dei differenti interessi e dei punti deboli o di tensione dai quali emergono i problemi;
  • la volontà di essere proattivi nel ristrutturare le relazioni delle parti e gli ambienti in cui esse operano".

Ebbene, l’avvocato del Negozio Giuridico è tipicamente multidimensionale: egli non vede se stesso come un mero “braccio armato” del cliente che vuole annientare l’avversario, ma come un soggetto attivo di una partita in  cui l’avversario è visto come un necessario contraddittore, con esigenze degne di rispetto e di considerazione. In effetti, è nell’esperienza di ogni avvocato che sono veramente rari i casi in cui la controparte è completamente in malafede e ha agito totalmente contro il diritto.

Con questa ottica sarà possibile ottenere un buon componimento delle controversie con accordi duraturi e ottenere un regolamento dei reciproci interessi dettato proprio da coloro che sono i titolari di quegli interessi.

Insomma: avvocato di pace, non di guerra. Questo è l'avvocato del Negozio Giuridico.

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[1] Paul Watzlawick Di bene in peggio. Istruzioni per un successo catastrofico. Feltrinelli, ISBN 978-88-07-81495-2, pag. 37 e ss.

[2] Ringraziamo  l’avv. Briganti, curatore del sito www.iusreporter.it, per aver consentito la citazione e lo stralcio di alcuni passi del suo articolo.