Il Tribunale dei diritti del malato

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Il Tribunale dei diritti del malato

da GiuridicaMente del 6.6.2013 

Salve, Avvocato. Nostro padre è da anni gravemente malato e, come se ciò non bastasse, è stato vittima della cosiddetta “malasanità” nonché, secondo noi, di soprusi e cattiva organizzazione, subiti all’interno delle strutture in cui è stato nel tempo ricoverato.

Alcuni conoscenti hanno suggerito di rivolgerci al tribunale del malato per avere giustizia, ma noi non sappiamo niente di questo tribunale.

Può darci qualche informazione per capire se potrebbe essere d’aiuto portare il caso di nostro padre davanti a questo tribunale? Molte grazie. Nicola e Giancarlo.

 Gentili Signori, il Tribunale per i diritti del malato (TDM) è un’iniziativa di  Cittadinanzattiva, nata nel 1980 per tutelare e promuovere i diritti dei cittadini nell’ambito dei servizi sanitari ed assistenziali, nonché “per contribuire ad una più umana, efficace e razionale organizzazione del servizio sanitario nazionale”.

Non è quindi un vero e proprio Tribunale in grado di emettere sentenze vincolanti, ma è una rete costituita da cittadini comuni,  da operatori dei diversi servizi e da professionisti, che s’impegnano a titolo volontario (circa 10.000).

Ecco alcune informazioni sul Tribunale traendole dal sito di “Cittadinanzattiva onlus”, un movimento di partecipazione civica, nato nel 1978, che opera in Italia ed in Europa per la promozione e la tutela dei diritti dei cittadini e dei consumatori.

L’impegno del Tribunale per i diritti del Malato è caratterizzato da: raccolta di informazioni circa lo stato dei servizi sanitari pubblici e la violazione dei diritti dei cittadini; proclamazione e divulgazione di Carte dei diritti; consulenza e aiuto al cittadino di fronte ad abusi e inadempienze (è il caso di Vostro padre, secondo quanto ci segnalate), sia mediante interventi diretti su strutture e servizi, sia mediante la messa a disposizione di strumenti e informazioni necessarie a tutelarsi; mobilitazione dei cittadini tramite iniziative pubbliche, campagne informative, raccolte di firme, ecc. monitoraggio e vigilanza permanente.

Fanno parte integrante dell’attività del TDM la promozione e la realizzazione di politiche orientate a far valere il punto di vista dei cittadini nella riforma del welfare sanitario.

In effetti l’attività del TDM è volta alla ricerca delle soluzioni finalizzate a rimuovere situazioni di sofferenza inutile e di ingiustizia, non esclude il ricorso all’autorità giudiziaria (si veda ad esempio, la costituzione di parte civile nel processo Cucchi) anche se privilegia l’esercizio dei poteri di interpretare le situazioni, di mobilitare le coscienze, di rimediare agli intoppi istituzionali e infine di conseguire nel più breve tempo possibile i cambiamenti materiali della realtà, che permettano il soddisfacimento dei diritti violati.

Esso opera mediante:

  • circa 300 sezioni locali, presenti su tutto il territorio nazionale, attive negli ospedali e nei servizi territoriali;
  • una struttura centrale, che coordina le attività della rete e promuove le iniziative nazionali;
  • gruppi tematici, a livello nazionale, regionale e locale, collegati a specifici programmi;
  • coordinamenti regionali, di supporto alle reti locali e per la promozione di politiche regionali di tutela dei diritti in ambito sanitario;
  • il Progetto integrato di Tutela – Pit salute - servizio di informazione, orientamento, consulenza e assistenza ai cittadini sui servizi sanitari e socio-assistenziali, nato nel 1996, attivo sia a livello nazionale, che regionale e locale.

Come e quando i cittadini possono accedere al PiT Salute Nazionale (nel Vostro caso, anche per domandare quale sia la sede del Tribunale per i diritti del Malato competente per territorio):

Comunque, una fonte a cui, nell’eventualità decideste di ricorrere a questo strumento, potreste rivolgerVi per essere indirizzati all’appropriato servizio di competenza, pensiamo potrebbe essere la ASL di appartenenza territoriale.

L’attività è attuata senza fini di lucro.

Il Tribunale per i diritti del malato è dotato di un Regolamento che contiene l’enunciazione delle sue finalità e rappresenta, inoltre, un codice di comportamento per tutti i livelli in cui è articolata la rete e che stabilisce, fra l’altro, norme e procedure rigorose a tutela dell’indipendenza e della trasparenza nella gestione della rete di volontari e professionisti.

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Un brevissimo riferimento ad un ulteriore strumento, che potrebbe venirVi utile, per far pervenire segnalazioni su strutture di cura, di cui avete avuto esperienza.

Trattasi dell’Audit civico, ideato per incoraggiare la partecipazione del cittadino nella valutazione della qualità dei servizi sanitari locali/regionali, consiste in un’analisi critica e sistematica dell’azione delle aziende sanitarie, promossa dalle organizzazioni civiche.

Esso fu introdotto nel 2000 per iniziativa di Cittadinanzattiva sulla base dell’esperienza del Tribunale per i diritti del malato. A partire dal 2003, la possibilità di aderire all’Audit civico è stata estesa all’universo delle aziende sanitarie e il numero delle aziende coinvolte finora è in costante aumento. Ad oggi il totale delle aziende coinvolte è pari a 175 aziende sanitarie.

Ulteriori informazioni in merito si possono acquisire presso gli Assessorati alla salute regionali.

La sanità e i diritti dei cittadini europei.

Infine un piccolo cenno su ciò che accade a livello europeo sull’argomento.

Vale in proposito segnalare la presentazione nel 2002 a Bruxelles della Carta europea dei diritti del malato, frutto del lavoro comune con altre organizzazioni civiche di 11 Paesi europei. La carta ha ottenuto riconoscimenti dal Parlamento Europeo, dalla Commissione europea e dal Comitato Economico e Sociale, oltre che dal Parlamento Italiano in una mozione approvata all’unanimità.

Poi è stata emanata nel 2011 Direttiva 2011/24/UE, che crea un quadro giuridico più chiaro in merito al diritto dei pazienti a farsi curare in un altro Stato membro e ad ottenere il relativo rimborso. Ma, prima di tutto, essa rappresenta un testo innovativo, in cui si afferma formalmente per la prima volta l’esistenza di diritti dei pazienti europei, come quello alla libera scelta, all’informazione, alla qualità delle cure, ecc… Essa riconosce la maggior parte dei diritti della Carta europea dei Diritti del Malato, prevede che la sua attuazione venga fatta, dagli Stati membri,  consultando le organizzazioni di pazienti.

Auguri per Vostro padre! Avv.ti Chiara Romeo e Ilaria Vassallo Monett